Francia: una vittoria contro la patologizzazione, ma molti dubbi persistono

Una vittoria per il movimento trans in Francia: come rivendicato da anni, la SoFECT è stata abolita. La SoFECT era l’organizzazione dei sanitari e psichiatri che fanno parte delle équipe pluridisciplinari autoproclamate esperte che in alcuni ospedali pubblici francesi “gestiscono” i percorsi di transizione medicalizzati e detengono il monopolio delle chirurgie genitali. Sin dalla fine degli anni ’90 i movimenti trans si sono battuti contro i maltrattamenti, la psichiatrizzazione forzata, gli esami inutili e intrusivi, l’infantilizzazione e la patologizzazione trans che queste équipe impongono a* propr* utent*. Come spiega in una lettera aperta la Féderation Trans e Intersexes “i membri della SoFECT hanno per anni imposto dei protocolli inumani alle persone trans, selezionate sulla base di criteri sessisti, omofobi, grassofobici, puttanofobici, sierofobici, classisti e agisti”.
Ma l’abolizione della SoFECT non significa automaticamente la fine dei maltrattamenti, come spiega la Féderation Trans e Intersexes in questa lettera aperta. In effetti la nuova organizzazione di professionisti che è stata creata al posto della SoFECT, la French Association for Transgender Health (FPATH) ha accolto trai suoi membri i professionisti della SoFECT. Inoltre, alla faccia della volontà proclamata di depatologizzare e depsichiatrizzare l’approccio alla salute trans, la FPATH dice di voler seguire gli standard WPATH “che prevede ancora il ricorso ad una diagnosi di disforia di genere per accedere alla terapia ormonale”. La FPATH conta poi nel suo direttivo molti psichiatri (3 membri su 7). Infine la volontà proclamata dalla FPATH di aprire le porte alle associazioni trans nell’ottica di una vera democrazia sanitaria non ha dato per ora spazio a una concreta traduzione, dato lo scarso numero di rappresentanti di associazioni previsti nel consiglio di amministrazione (qualcuno starà pensando all’ONIG che ha sempre rifiutato di includere più di 2 membri trans? ;)). Spiega la lettera della FTI “Che dire del fatto che il consiglio di amministrazione non riserverà alle associazioni che 3 posti su 34? Le associazioni trans non sono state associate alla costruzione della FPATH, nonostante accompagnino ogni giorno le persone trans – prime “concernées” e attrici della propria salute – e facciano intendere la loro voce”.
Nonostante questi segnali poco promettenti, le associazioni trans – che d’altronde si sono già organizzate da tempo per creare dal basso servizi accessibili e non patologizzanti- hanno deciso di lasciare la porta aperta al dialogo… ma perché questo sia possibile pretendono che una serie di condizioni siano riunite:
1) che la metà dei posti del consiglio di amministrazione e del direttivo della FPATH siano riservati alle associazioni rappresentative delle persone trans
2) che l’obiettivo effettivo della collaborazione sia la fine effettiva e immediata di ogni forma di psichiatrizzazione diretta o indiretta dei percorsi di transizione e la depatologizzazione integrale con il mantenimento della attuale presa in carico al 100% del percorso di transizione da parta dell’Assurance Maladie

3) che tutti i sanitari che si associano a questa collaborazione firmino una carta di buona condotta che implichi il rispetto dell’autodeterminazione e dell’autoidentificazione delle persone trans (nomi, pronomi..) il riconoscimento della diversità dei percorsi, la condivisione della decisione medica, il rispetto del segreto medico e la diffusione di conoscenze per permettere la presa in carico delle persone trans in percorsi fuori-équipe.

4) che la FPATH riconosca pubblicamente che le équipe SoFECT hanno avuto delle pratiche inaccettabili e che allontani i professionisti che continuano a perpetuare tali pratiche

5) che tutti i professionisti maltrattanti siano immediatamente denunciati e allontanati

6) che la guida di buone pratiche sia redatta con le associazioni  e diffusa trai professionisti sanitari

7) che ogni decisione sulle persone trans sia presa con le persone trans. Le riunioni di concertazione pluridisciplinari che riuniscono endocrinologi, psichiatri e chirurghi e che valutano le domande di presa in carico devono essere sistematicamente aperte alle persone trans e alle loro rappresentanti

8) che tutti i progetti di creazione di servizi e di ricerca medica sulle persone trans siano discussi a monte con le associazioni trans e eventualmente costruiti in collaborazione con queste ultime e che queste siano doverosamente incluse nei comitati di pilotaggio e pagate per il loro lavoro di expertise 

9) che siano condannati tutti i protocolli della SoFECT-FPATH che si rivendicano come “ufficiali” e impongono un percorso unico e lineare, patologizzante e psichiatrizzante, unicamente nelle mani dei sanitari

10) che nessuna équipe di professionisti sanitari, costituitasi nel quadro ospedaliero o altrove, possa rivendicarsi come “ufficiale”

11) che tutti i tempi di attesa e le tappe nei percorsi di transizione siano eliminati

12) che i diritti in vigore – libertà di scelta del medico, rifiuto di prestare delle cure etc. – siano applicati nei fatti  

La FTI invita tutte le associazioni che hanno a cuore i diritti trans a sostenere queste rivendicazione e a non unirsi ad una organizzazione che allo stato attuale sembra essere stata creata nel tentativo di dividere il movimento trans. In effetti la FTI teme che il cambiamento di nome sia solo un tentativo di dare una vernice di novità alle solite vecchie pratiche. Allo stesso tempo la FTI invita alla creazione di una vera rete consacrata alla salute trans in Francia che sia rispettosa delle persone trans e aperta a tutte le persone che intervengono nella presa in carico dei loro bisogni.

Esprimiamo pieno sostegno alle associazioni trans firmatarie della lettera e alle Féderation Trans e Interexes. Basta patologizzazione!